Recensione Panasonic Lumix GH6: senza limiti con ProRes e ventola | SmartWorld

2022-07-02 02:51:30 By : Mr. Jack Zhang

Panasonic Lumix GH6 si è fatta attendere più del previsto, ma finalmente abbiamo avuto l'occasione di provarla in maniera approfondita e di capire tutte le differenze con Lumix GH5 II e le generazioni precedenti. Mai prima d'ora una fotocamera mirrorless con sensore Micro Quattro Terzi aveva unito versatilità e qualità d'immagine in questo modo, offrendo enormi capacità per la registrazione video, che arriva addirittura a 5.7K a 30p in ProRes 422 HQ. In questa recensione completa mettiamo nero su bianco tutti i pregi e i difetti di questa macchina, erede di una lunga serie di successi: la nuova Lumix GH6 saprà ripetere i fasti di GH5?

Qualità video alta Stabilizzazione ottima Pulsanti al posto giusto ProRes e V-Log molto apprezzati Nessun limite (grazie alla ventola)

Autofocus non affidabile Dimensioni e peso importanti Prezzo leggermente alto Autonomia non eccezionale

Panasonic Lumix GH6 arriva in una scatola di cartone con all'interno il corpo macchina, la batteria, due caricatori da muro (spina europea e americana), la basetta per la ricarica, un cavo USB, un cavo Flash Sync, un accessorio reggi cavi, la tracolla e la manualistica completa in varie lingue, anche in italiano. Nel nostro kit è compresa anche l'ottica Leica 12-60 mm f/2.8-4.

Una dotazione molto completa, cosa che va particolarmente rimarcata in questo periodo, visto che la maggior parte della concorrenza offre spesso meno accessori in confezione. In particolare, segnaliamo la presenza del caricatore esterno per la batteria, sempre molto utile da avere quando si viaggia.

Per la nostra prova abbiamo utilizzato altre due ottiche della gamma Panasonic: il Leica DG 12 mm f/1.4 ASPH e il Leica DG 45 mm f/2.8 MACRO. Trovate a seguire le immagini per tutta la dotazione fornita e le ottiche citate.

Il design di Panasonic Lumix GH6 prende in eredità le forme di GH5 II, introducendo pochi ma evidenti cambiamenti. La differenza maggiore la fa la nuova ventola all'interno, che causa un aumento di spessore di oltre un centimetro sulla parte posteriore. Anche il peso è aumentato: GH6 pesa circa 100 grammi in più rispetto a GH5 II, che sembrano anche di più tenendola in mano.

Attenzione perché questa macchina non ha un corpo completamente tropicalizzato, a causa dei fori per l'ingresso dell'aria nel sistema di dissipazione. Panasonic dichiara che resiste a schizzi e polvere, anche in condizioni di clima estremo, ma non vi consigliamo di provare di persona i suoi limiti.

L'ergonomia è dunque meno ottimizzata rispetto alle precedenti Lumix GH. Le dimensioni maggiorate e il peso non troppo contenuto annullano alcuni dei vantaggi tipici delle mirrorless con sensore Micro Quattro Terzi, che spesso si fanno preferire proprio per leggerezza e compattezza. Basti pensare che la GH6 con batteria, scheda SD e ottica Leica 12-60 mm f/2.8-4 montata arriva a pesare circa 1,2 kg, praticamente il peso di una Full Frame – per esempio, GH6 pesa più della Sony A7S III, altra macchina specializzata per i video.

Sulla parte frontale sono presenti più tasti, tre in totale tra i due pulsanti Fn personalizzabili e il nuovo tasto rosso per avviare la registrazione video, molto comodo quando ci si riprende in stile selfie.

Sul retro ci sono vari cambiamenti. A sinistra troviamo il pulsante anteprima e la nuova leva blocco funzionamento, con il tasto LVF spostato sul lato del mirino. A destra c'è il selettore della modalità di messa a fuoco, con il pulsante nel centro che ora è quello della modalità AF, mentre il tasto AF ON è subito a lato. C'è anche un nuovo joystick, forse messo troppo vicino al rilievo dell'ingresso della ventola: se avete le dita grandi potrebbe essere scomodo da utilizzare. In più, il pannello del display si può alzare per far entrare più aria nella ventola, ma il sistema di apertura è abbastanza macchinoso.

Per la parte superiore vanno segnalati la ghiera a destra, che sulla GH5 II era sul posteriore mentre qui è stata liberata completamente, e il nuovo pulsante informazioni audio, che sostituisce quello dei profili colore e risulta utilissimo per cambiare setting mentre si registra audio in presa diretta. Sulla piastra inferiore c'è il vano batteria, ma è sparito il connettore digitale. Identici alla GH5 II i due lati corti, dove sono inclusi i pannelli con tutte le porte e i connettori.

Il sistema di controlli e il posizionamento dei tasti è ancora una volta tra i migliori della categoria mirrorless. Su questo punto Panasonic continua a lavorare molto bene. In sintesi, l'ergonomia è comunque buona, peccato per i grammi di troppo sul corpo macchina.

Sensore: Micro Quattro Terzi Live MOS (17,3 × 13 mm) in 4:3 a 25,21 MP

Processore di immagine: Venus Engine

Autofocus: 315 punti a rilevamento di contrasto DFD (EV -4 / +18)

Sensibilità: 100-25.600 ISO (espandibile a 50-25.600 ISO)

otturatore meccanico: da 60" a 1/8.000 di secondo

otturatore elettronico: da 60" a 1/32.000 di secondo

Raffiche: fino a 14 fps (ott. meccanico) / fino a 75 fps (ott. elettronico)

Display: LCD TFT da 3" in 3:2 a 1,84 MP

Mirino: elettronico OLED a 3,68 MP (ingrandimento 0,76x 35 mm eqv)

Video: fino a 5.7K @ 60 fps (300 Mbps) / 4K @ 60 fps (800 Mbps) / 1080p @ 240 fps (800 Mbps)

porte fisiche: Doppio Slot SD, USB-C 3.2, HDMI, 2 x jack da 3,5 mm (microfono/cuffie), jack da 2,5 mm (telecomando), foro a vite,Flash Sync, Hot Shoe

wireless: Wi-Fi 802.11 n (2,4 / 5 GHz), Bluetooth 5.0

Batteria: DMW-BLK22 da 2.200 mAh (fino a 380 scatti o 90 minuti video 4K/60p)

Il protagonista assoluto nella scheda tecnica di Lumix GH6 è sicuramente il nuovo sensore Micro Quattro Terzi Live MOS da 25,21 MP con rivestimento AR (antiriflesso) ma senza LPF (Low-pass Filter). Un salto in avanti di quasi 5 MP rispetto a GH5 II e un miglioramento importante per la qualità d'immagine: si aumenta la risoluzione in registrazione video e si evita qualsiasi problema di rolling shutter. C'è anche il processore d'immagine Venus Engine di nuova generazione, che offre una potenza di elaborazione doppia rispetto alle versioni precedenti, con una qualità d'immagine migliore e più possibilità per i video.

Sulla GH6 molto è stato migliorato rispetto alle generazioni precedenti: in particolare ci riferiamo a stabilizzazione, autofocus, velocità di raffica, gamma dinamica, funzioni specifiche per i video. Ci sono però alcune mancanze da segnalare, come il supporto Dual ISO e l'autofocus a rilevamento di fase, chiesto a gran voce dai clienti di Panasonic ma ancora non disponibile su questa generazione di mirrorless GH. Nelle prossime sezioni andremo a vedere nello specifico le caratteristiche principali della GH6.

Il mirino e il display della Panasonic Lumix GH6 sono gli stessi della GH5 II, identici in tutto. Valgono dunque gli stessi pregi e difetti: sia il display LCD che il mirino OLED sono di buona qualità, ma non raggiungono l'eccellenza.

A livello tecnico, il mirino elettronico OLED ha una risoluzione di 3,68 MP in formato 4:3 e un ingrandimento di 0,76x. Sia la resa cromatica che il livello di dettaglio sono ottimi, con un'interfaccia chiara che assiste le operazioni di scatto. Il display LCD è invece composto da un pannello TFT da 3" in formato 3:2 con risoluzione di 1,84 MP e controlli touch screen. Il design è molto comodo, perché si tratta di uno schermo completamente orientabile e anche basculante, facendo scorrere in su il pannello; può muoversi praticamente in ogni direzione.

Nonostante siano promossi, per una macchina come la GH6 forse sarebbe stato lecito pretendere maggiore qualità da questi due elementi, visto anche il costo molto più elevato rispetto a GH5 II. In ogni caso, per un utilizzo professionale da videomaker è consigliabile utilizzare uno schermo esterno, più grande e con maggior fedeltà visiva.

Uno dei grandi punti di forza di Panasonic Lumix GH6 è sicuramente l'estrema versatilità a livello di porte e connettività. Ci sono tutte le connessioni già viste su GH5 II ma anche qualcosa in più, a cominciare dal doppio slot per le schede di memoria sul lato destro, che integra uno slot SD UHS-II e un nuovo alloggiamento per le CFexpress Type B. Proprio sopra al vano per le schede c'è il jack per il telecomando.

Dall'altra parte ci sono invece i connettori HDMI (in formato grande), USB-C 3.2, jack cuffie e jack microfono. Al di sotto trovate, invece, il vano batteria e il foro a vite per il cavalletto. Il connettore Sync Flash sta sulla parte anteriore. Aggiungendo un adattatore XLR (venduto a parte) si possono registrare fino a 4 canali audio in contemporanea.

Da notare la disponibilità delle connettività wireless Wi-Fi Dual-Band 2,4/5 GHz e il Bluetooth 5.0, utilizzabili per connettere la GH6 con lo smartphone tramite l'app mobile LUMIX Sync, molto comoda da utilizzare: permette di scattare foto e registrare video in remoto, cambiando i parametri della macchina e visualizzando l'anteprima dei contenuti prodotti.

Un capitolo a parte lo merita la ventola di GH6, che si può impostare su 6 modalità differenti: Auto1, Auto2, Fast, Normal, Slow, Off. I nomi sono abbastanza auto-esplicativi, con le funzioni automatiche che regolano dinamicamente la velocità della ventola a seconda della temperatura interna (con due sensibilità leggermente diverse) e le altre che invece impostano un valore fisso (veloce, normale, lento) o la disattivano del tutto.

Durante l'utilizzo normale, la ventola è quasi sempre ferma. Con le foto e con i video Full HD non si attiva mai, anche dopo diversi minuti d'utilizzo, mentre inizia a farsi sentire con le registrazioni in 4K o risoluzioni superiori. Se utilizzate profili video ad alto framerate o bitrate elevato, dopo qualche minuto il rumore della ventola inizia a diventare più forte, e potrebbe essere un problema se volete registrare in ambienti super silenziosi.

Per chiarezza, bisogna dire che ovviamente molto dipende dalla temperatura dell'ambiente in cui vi trovate. Provandola nelle calde giornate di inizio giugno, abbiamo notato che la ventola tende a partire abbastanza presto per le registrazioni in 4K o 5.7K, anche con il profilo automatico meno aggressivo. Se scegliete il profilo Fast, la ventola gira alla massima potenza ed è ben udibile anche a distanza considerevole.

In ogni caso, la ventola e il sistema di dissipazione interno sviluppato da Panasonic sono un grande vantaggio per questa macchina, che è potenzialmente implacabile: non ha limiti di registrazione, può andare avanti per ore senza surriscaldarsi, anche con i formati video più grandi.

Un altro elemento in comune tra Panasonic Lumix GH6 e GH5 II è la batteria, modello DMW-BLK22 da 2.200 mAh. Data la maggior potenza del nuovo modello, i risultati a livello di autonomia sono leggermente peggiori rispetto alla generazione precedente: Panasonic dichiara che con la GH6 si possono fare fino a 380 scatti con display attivo – erano 410 con la GH5 II – e fino a 45 minuti di registrazione video effettiva in 4K a 60p, oppure fino a 50 minuti in Full HD a 60p.

Durante le nostre prove tali valori sono stati abbastanza rispettati, sebbene ci sia molta variabilità tra le varie configurazioni utilizzabili. Usando prevalentemente il mirino per scattare foto, si può arrivare ben oltre i 700 scatti. Per i video bisogna stare molto attenti alla risoluzione e al frame rate impostato, perché le prestazioni della batteria non seguono un "andamento lineare": registrando in 5.7K ProRes la carica va giù in modo molto (ma molto) più veloce rispetto al 4K.

Come al solito, se volete fare tante ore di girato è necessario dotarvi di due o più batteria, oppure sfruttare la ricarica tramite USB-C per dare una botta di energia aggiuntiva quando serve, anche con un powerbank portatile.

Le prestazioni generali di Panasonic Lumix GH6 sono molto buone in ogni contesto d'utilizzo, ad esclusione dell'autofocus – di cui parleremo approfonditamente nella sezione più in basso. La parte software riprende in maniera identica quella vista su GH5, con i nuovi menu divisi in categorie molto precise, facili da navigare e ricchissimi di opzioni per la personalizzazione.

Le possibilità sono tantissime e sono tutte al posto giusto, nella maggior parte dei casi. Quasi tutti i pulsanti fisici e le ghiere possono essere personalizzati a piacimento, ad esempio impostando la regolazione ISO sulla ghiera nella parte posteriore, oppure l'attivazione di funzioni rapide su tasti che non utilizzate frequentemente.

L'interfaccia software è molto chiara e versatile. Segnaliamo l'ottima disposizione del menu rapido Q, che permette di modificare al volo i parametri più utilizzati, e il nuovo menu per i microfoni richiamabile col tasto informazioni audio sulla parte superiore della macchina, che mostra subito le barre audio e consente di cambiare il gain e altre opzioni.

Infine, non si possono non citare le tantissime possibilità per le riprese video, con tanti strumenti per aiutarvi con l'esposizione (wave form, vector scope, zebra) e con la gestione della messa a fuoco, ma anche la visualizzazione assistita per i V-Log e la cornice rossa che si attiva quando parte la registrazione. Piccole finezze che migliorano molto l'esperienza d'uso generale.

Panasonic Lumix GH6 ha un sistema autofocus rinnovato rispetto alle precedenti generazioni: funziona fino a -4 EV, ha 315 punti a rilevamento di contrasto e supporta la tecnologia Depth From Defocus (DFD). Ancora una volta, manca l'autofocus a rilevamento di fase, come da tradizione sulla serie GH.

Sebbene i passi in avanti ci siano, con ben 90 punti autofocus in più rispetto a GH5 II e una velocità che sembra migliorata rispetto alle generazioni precedenti, la messa a fuoco della mirrorless di Panasonic continua a non convincere del tutto. Non che abbia problemi evidenti, ma è certamente meno veloce e meno affidabile rispetto a quella fornita da sistemi concorrenti – Canon e Sony fanno molto meglio, ma anche Fujifilm.

Anche sulla GH6 abbiamo notato alcuni problemi di hunting per la ricerca del punto di fuoco, visibile abbastanza chiaramente nei video ad alto framerate. Il tracking dei volti, degli occhi e degli oggetti è buono, sicuramente è migliorato rispetto al passato, ma deve fare ancora un po' di strada se vuole raggiungere i vertici della categoria. In più, i concorrenti fanno meglio anche a livello di sensibilità a luci basse: l'autofocus della GH6 fatica un po' quando la scena non è propriamente illuminata.

Se siete videomaker professionisti, ovviamente la scelta giusta è lasciare da parte l'autofocus di GH6 e affidarsi a sistemi professionali (follow focus e fuoco manuale). Questo però può risultare molto scomodo per utenti meno esperti, per questo crediamo che la mancanza dell'autofocus a rilevamento di fase sia una vera pecca per la GH6.

La stabilizzazione è un grande punto di forza della Lumix GH6. Era già ottima sulla GH5 II ed è stata addirittura migliorata su questo modello. Il sistema IBIS a 5 assi supporta la tecnologia Dual I.S. 2 e salva fino a 7,5 stop – uno stop in più rispetto a GH5 II.

In poche parole, si può dire che la stabilizzazione automatica della GH6 è senza dubbio ai vertici della gamma mirrorless. Non solo è molto utile per le foto, soprattutto quelle con teleobiettivi o tempi lunghi, ma funziona benissimo anche per le riprese video a mano libera. Difficile dire che si può fare a meno di un gimbal o di altri accessori professionali, ma per produzioni run-and-gun il sistema di stabilizzazione IBIS di Panasonic può essere di grande aiuto, molto efficiente in tutte le situazioni.

Se abbiamo usato parole dure per la situazione dell'autofocus, bisogna fare un elogio a Panasonic per la gestione del sistema IBIS, che continua a migliorare negli anni anche se è già avanti rispetto alla concorrenza.

Lumix GH6 ha una parte fotografica di buon livello, non eccezionale. Questo perché è una macchina che si concentra principalmente sulla parte video, come vedremo nella sezione successiva. Detto questo, rimane comunque un mirrorless che produce scatti di alto livello, nelle giuste condizioni.

Nelle gallerie in basso potete ammirare alcuni degli scatti realizzati con GH6 in diverse situazioni di luce, dove abbiamo messo alla prova la gamma dinamica e la color science di Panasonic. Significativi sono gli scorci di Firenze illuminati dal sole pomeridiano: si vede una certa difficoltà a gestire condizioni così estreme, con parti dell'immagine ben equilibrate e zone d'ombra poco leggibili. Lavorando in post-produzione sui file RAW si riesce comunque a bilanciare meglio l'immagine, tirando fuori molti dettagli senza perdere troppo in qualità.

Il sensore da 25 MP riesce a garantire una maggior definizione rispetto ai modelli precedenti, fattore che abbiamo apprezzato molto. La gestione del rumore ad alti ISO è apprezzabile, anche se non perfetta. Ci sono piccoli passi in avanti su tutti i fronti rispetto a GH5 II, con scatti che sono quasi sempre piacevoli e facilmente utilizzabili per stampa o produzioni digitali – a patto di non esagerare con le dimensioni di stampa o la ricerca del dettaglio.

L'impressione generale è che GH6 si porti dietro alcuni piccoli difetti già visti su GH5 II e sulle generazioni precedenti. Su tutti c'è il bilanciamento del bianco, non affidabile in tutte le condizioni, che produce risultati inconsistenti tra uno scatto e l'altro. Anche l'esposizione automatica ogni tanto fa le bizze, in particolare nelle situazioni in cui ci sono soggetti molto illuminati: date un'occhiata alla foto della facciata del duomo, che è leggermente sottoesposta sebbene l'indicatore dell'esposizione si trovasse esattamente sul punto zero nel momento dello scatto.

Da citare due funzionalità interessanti. GH6 non spicca troppo in velocità, con una raffica con otturatore meccanico che arriva a 14 fps, ma ha anche una modalità di raffica con otturatore elettronico a 75 fps, molto efficace in alcune situazioni. E poi c'è la modalità di scatto ad alta risoluzione, a scelta tra 100 MP e 50 MP: funziona molto bene, anche con gli scatti a mano libera, cosa che ci ha favorevolmente impressionato.

A seguire vi lasciamo le gallerie con i file in versione JPEG e i RAW elaborati tramite Adobe Lightroom Classic e Photoshop. Se volete dare un'occhiata ai file a dimensioni intera, potete scaricarli andando a questo indirizzo.

Foto a 100 MP - Interno

Foto a 25 MP - Interno

Foto a 50 MP - Interno

Foto a 100 MP - Esterno

Foto a 25 MP - Esterno

Foto a 50 MP - Esterno

La parte video è il vero cuore dell'esperienza d'uso di Panasonic Lumix GH6. Tutto quello che di buono ha fatto l'azienda giapponese negli ultimi anni è stato messo qui dentro, creando una macchina che può essere definita quasi una "cinepresa compatta", con una qualità d'immagine molto elevata e una versatilità invidiabile.

Lascia stupiti la lista dei formati e delle funzionalità utilizzabili, che vanno dal 5.7K a 60p fino al Full HD a 300p, con possibilità di usare 4:2:2, HLG, Variable Frame Rate, registrazione anamorfica, video in verticale e molto altro. Inoltre, registrando in 4K si effettua un oversampling dal 5.7K, ottenendo un'immagine di grande qualità. Riportiamo a seguire un elenco delle risoluzioni utilizzabili, solo le principali, in modo da darvi giusto un assaggio di quello che si può fare.

Attenzione perché alcuni di questi formati si possono registrare solo su schede CFexpress, in particolare tutti quelli in ProRes e dagli 800 Mbps in su. Su scheda SD potete registrare solo in MOV e MP4 fino a 600 Mbps, scegliendo All-Intra o Long GOP. In ogni caso non ci sono limiti di tempo per le registrazioni: la macchina non fa una piega anche in situazioni estreme, soprattutto grazie alla ventola e al sistema di dissipazione interno che evitano il surriscaldamento.

La presenza del formato ProRes 422 HQ è certamente una goduria per i videomaker più esigenti, visto che permette di avere una qualità d'immagine e una facilità di editing mai vista prima su una macchina di Panasonic. Inoltre, è già preinstallato l'ottimo profilo V-Log, che permette di arrivare ad una gamma dinamica di ben 13+ stop con la modalità Dynamic Range Boost, che utilizza due circuiti ISO (low e high) per creare un'immagine HDR in tempo reale.

Insomma, i dati tecnici dicono molto ma non tutto. Potete dare un'occhiata al video sample in basso per capire quanto sia buona la qualità d'immagine di GH6, davvero apprezzabile in ogni contesto. Il livello di dettaglio e la fedeltà cromatica sono i migliori mai visti su una mirrorless Micro Quattro Terzi di Panasonic, senza dubbio. La possibilità di usare le clip in 5.7K per fare reframing nei progetti in 4K è una comodità che molti montatori apprezzeranno.

Ci sono, ovviamente, anche lati che ci hanno convinto meno. Il problema storico della serie GH è la resa ad alti ISO, che anche in questo caso continua a non essere perfetta. Possiamo dire che il valore massimo per ottenere un'immagine pulita e senza rumore è 5000 ISO, anche se consigliamo di non andare oltre i 3200 ISO se volete stare tranquilli. Siamo su valori migliori rispetto a GH5 II ma relativamente bassi se paragonati ad una Full Frame. Questo è un compromesso non semplice da accettare per alcuni tipi di utenti.

GH6 è una videocamera eccezionale se si rispettano i suoi limiti e le sue peculiarità. Bisogna imparare a conoscerla e fare molta pratica in tutte le situazioni possibili. Ha tante capacità in più rispetto alle generazioni precedenti e, per questo, è forse anche più ostica da padroneggiare totalmente, ma sa regalare grandi soddisfazioni se si capisce bene come usarla.

Il prezzo di Panasonic Lumix GH6 parte da 2.199€ per il modello solo corpo macchina, ma sono disponibili due kit con ottiche incluse. Trovate a seguire un breve schema con tutte le informazioni per quanto riguarda dotazioni e prezzi.

Il prezzo della GH6 è alto per una mirrorless Micro Quattro Terzi, ben più alto rispetto a quello delle precedenti generazioni. Stiamo parlando di 500€ in più del costo di listino di GH5 II, cifra che si allarga ulteriormente se pensiamo che con qualche offerta la GH5 II si trova a poco più di 1.400€.

Ma il costo è elevato anche rispetto ai concorrenti, come la Blackmagic Pocket Cinema Camera 6K Pro, altra macchina specializzata per i video con sensore Micro Quattro Terzi: in questo caso si parla di circa 2.500€ – ma con le offerte si trova anche a 300€ in meno – per un prodotto che però è più professionale, certamente preferibile per i videomaker che non hanno bisogno della parte fotografica.

Andare a sfidare due macchine del genere nel campo dei prezzi per la GH6 è difficile, almeno in questo momento. Con il passare dei mesi e la stabilizzazione del mercato, è possibile che il costo si abbassi al di sotto dei 2.000€, una barriera d'accesso comunque alta per i videomaker ibridi.

Su alcuni dei link inseriti in questa pagina SmartWorld ha un'affiliazione ed ottiene una percentuale dei ricavi, tale affiliazione non fa variare il prezzo del prodotto acquistato. Tutti i prodotti descritti potrebbero subire variazioni di prezzo e disponibilità nel corso del tempo, dunque vi consigliamo sempre di verificare questi parametri prima dell’acquisto.

Panasonic Lumix GH6 non è la videocamera ibrida dei sogni. Ci va molto vicino, c'è da dirlo, ma nasconde piccoli difetti che non la rendono adatta a tutti. Si può definire una macchina di nicchia, perfetta solo per un target molto preciso e molto ristretto, quello dei videomaker professionisti che hanno bisogno anche di fare qualche buona foto di tanto in tanto. Ha così tante funzioni e capacità da far girare la testa: la risoluzione 5.7K e il supporto ProRes sono il suo fiore all'occhiello, ma è l'esperienza d'uso complessiva che convince e si fa apprezzare. Per chi è disposto a spendere più di 2.000€ per un prodotto così, probabilmente non ci sono concorrenti sulla piazza. Per gli altri, invece, è difficile preferirla ad una Blackmagic o una Full Frame.

Qualità video alta Stabilizzazione ottima Pulsanti al posto giusto ProRes e V-Log molto apprezzati Nessun limite (grazie alla ventola)

Autofocus non affidabile Dimensioni e peso importanti Prezzo leggermente alto Autonomia non eccezionale

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