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Renzo Guerra, fondatore e Amministratore Delegato di ASEM S.p.A.
L’ultima grande sfida ASEM è UNIQO HMI, una piattaforma aperta per la realizzazione di interfacce uomo-macchina nata per i produttori di macchinari per il manufacturing.
Quando fondò la sua azienda nel 1979, insieme con alcuni amici, Renzo Guerra, all’epoca ventunenne, non poteva immaginare il percorso tecnologico che avrebbe portato l’informatica a integrarsi con il web, l’analisi di dati e l’intelligenza artificiale nel dare vita alla nuova idea di fabbrica intelligente tanto attuale al giorno d’oggi. All’epoca aveva intuito come la tecnologia dei microprocessori, se applicata all’automazione, avrebbe avuto un forte impatto sul manufacturing e aprire un mercato importante. Ma Internet, in quel periodo, esisteva solo in ambito scientifico, semplice rete di connessione tra laboratori, e ipotizzarne uno sviluppo globale come quello che poi ha avuto era assolutamente impossibile.
La sede centrale di ASEM ad Artegna, in provincia di Udine.
Eppure ASEM, l’azienda a cui Renzo Guerra diede vita quarant’anni fa ad Artegna, in provincia di Udine, ha saputo attraversare con successo la rivoluzione di un settore high-tech: quello dell’automazione industriale, presidiato da grandi gruppi con capacità di investimento pressoché illimitate. Oggi si propone come interlocutore di riferimento per tutti i produttori di macchine per quanto riguarda sia l’hardware che il software di controllo e, in particolare, per le HMI, le interfacce uomo-macchina, sempre più indispensabili per creare una vera connessione tra strumenti produttivi e operatori nella fabbrica digitalizzata. Nei suoi siti in Friuli e negli uffici di sviluppo software di Verona e di Giussano, in Lombardia, l’azienda è in grado di controllare tutto il processo di sviluppo e di realizzazione dei propri prodotti, dall’ingegnerizzazione e produzione delle schede elettroniche all’assemblaggio di monitor e PC industriali, fino allo sviluppo del software. “Siamo forse l’unica, e senz’altro una tra le pochissime imprese di dimensioni medio-piccole del nostro settore in Europa, a dominare in proprio tutte le tecnologie abilitanti dell’Industria 4.0. E questo è, per noi, un motivo di grande orgoglio”, osserva Renzo Guerra, Amministratore Delegato di ASEM S.p.A.
BM100 è un IPC, computer industriale, ultracompatto ideale per l’edge computing.
Ma in che modo la ASEM, partendo dai microprocessori, è riuscita a percorrere tanta strada? Oggi l’azienda produce ricavi per 38,4 milioni di euro, con una crescita del 9% nel 2018 sul 2017 e del 18,7%, in media, negli ultimi 9 anni, dal 2009 ad oggi. Qual è stata la ricetta per individuare il percorso e per lo sviluppo? “Eravamo nati come una società di engineering, con l’idea di progettare computer per l’automazione, ma quasi subito capimmo che dovevamo anche produrre i nostri prodotti, non semplicemente disegnarli, e iniziammo a realizzare schede e interfacce per i PC più diffusi all’epoca, oltre a computer MS-DOS compatibili, unica azienda italiana a entrare in competizione su questo campo con i grandi gruppi internazionali. Poi i PC si trasformarono da strumenti professionali a oggetti consumer e ci rendemmo conto che era arrivato il momento per la conversione”, ricorda Guerra.
L’infografica illustra le principali caratteristiche di UNIQO, la piattaforma per la realizzazione di HMI, interfacce uomo-macchina.
DALL’HARDWARE AL SOFTWARE
Imbarcarsi in una corsa alla riduzione continua dei costi per sfidare grandi gruppi nel produrre oggetti destinati a diventare commodities non sarebbe stata una strategia vincente. “Decidemmo allora”, spiega Guerra, “era l’inizio degli anni Novanta, di puntare alla produzione di IPC, PC industriali, che avevamo individuato come il futuro trend per l’automazione industriale. Quasi contestualmente capimmo anche che puntare soltanto sull’hardware sarebbe stato molto complicato e ci aprimmo allo sviluppo del software, soprattutto pensando a soluzioni integrate per il mercato delle macchine di processo, in cui storicamente l’Italia è all’avanguardia, tra i primi produttori mondiali e seconda in Europa soltanto alla Germania”.
Nello sviluppo del software, ASEM si è specializzata soprattutto sulle interfacce uomo macchina (HMI) e sulle soluzioni di teleassistenza, in un percorso che, a partire dal 2007, ha visto ingenti investimenti per lo sviluppo delle piattaforme Premium HMI e UBIQUITY e la sigla di un importante accordo con la tedesca 3S Smart Software Solutions per l’impiego della piattaforma di SoftPLC e di SoftMotion Codesys.
“I terminali di interfaccia uomo-macchina utilizzati sui macchinari industriali”, dice Guerra, “che siano dotati di architettura x86, tipica dei PC, o di architettura ARM, utilizzata soprattutto nei tablet, sono sempre più in grado di svolgere anche la funzione di soft PLC. Hanno cioè raggiunto una capacità di calcolo e di raccolta dati tale da rendere possibile quell’analisi in tempo reale, supportata da edge o da cloud computing, che sta alla base di Industria 4.0. Noi abbiamo previsto da tempo questa evoluzione, a cui stiamo lavorando da molto prima che il concetto di Industria 4.0 venisse coniato, in Germania, per sostenere l’industria tedesca della Factory Automation”.
I tedeschi sono stati particolarmente abili, grazie a tecnologia, organizzazione e capacità commerciale, ad affermarsi come il benchmark di settore anche con i produttori di macchine italiani. “Ma anche noi di ASEM”, commenta Guerra, “pur con una dimensione di impresa medio-piccola, abbiamo tutta la capacità e le competenze per dominare le tecnologie che vendiamo e che stiamo sviluppando nella direzione di Industry 4.0 da molto prima che questo termine diventasse uno slogan. E ci teniamo particolarmente a farlo sapere ai nostri potenziali clienti italiani e internazionali”.
Linee SMT per la produzione di schede elettroniche nello stabilimento produttivo di ASEM ad Artegna.
Ultima conferma di questa capacità è lo sforzo compiuto dall’azienda per lo sviluppo della UNIQO HMI, “una piattaforma per realizzare interfacce uomo-macchina estremamente aperta e innovativa, alla cui creazione abbiamo dedicato una task force di una ventina di progettisti e anni di lavoro”. È basata su un framework multipiattaforma che consente di sviluppare applicazioni trasversali, in grado di girare su qualsiasi sistema operativo, anche Linux. Supporta inoltre integralmente la specifica dello standard OPC-UA, non limitandosi quindi a garantire la comunicazione dei dati, ma anche la loro acquisizione dal campo e il trasferimento in orizzontale da macchina a macchina o in verticale ai sistemi MES/ERP di gestione aziendale o al cloud.
L’investimento per UNIQO HMI è stato il più importante intrapreso da ASEM per una propria soluzione e ha portato, già nel 2018, a un’intensa comunicazione commerciale e attività di beta testing, sfociata poi, agli inizi del 2019, nell’inizio della commercializzazione della soluzione. “Alla prossima edizione di SPS IPC Drives Italia di Parma, dal 28 al 30 maggio, siamo presenti con uno stand da 800 m2, senz’altro uno dei più grandi della manifestazione, in cui abbiamo allestito l’ASEM Theatre, un’area per dimostrazioni e presentazioni in cui mostreremo tutte le funzionalità del prodotto e non solo l’architettura”.
Dopo 40 anni, insomma, l’azienda rilancia con un progetto ambizioso ma dalle radici solide e interamente italiane. “A chi pensa che la nostra sia una sfida impossibile”, conclude Guerra, “dico solo una cosa: venite in azienda a trovarci e capirete che anche se si è piccoli e italiani è possibile competere con grandi gruppi globali e con il loro livello di tecnologie e di innovazione”. ©ÈUREKA!
PAC CP50 - 7” wide di ASEM. I sistemi PAC (Programmable Automation Controller) offrono una maggiore scalabilità in termini di prestazioni di calcolo e una più ampia scelta di interfacce per protocolli industriali rispetto ai classici PLC.
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